Microchip: la carta d’identità del nostro cane

L’istituzione dell’anagrafe canina e le relative modalità d’iscrizione risalgono al 1991 (Legge n°281); in concreto, ad ogni cane veniva assegnata una sigla di riconoscimento da imprimersi sulla pelle mediante tatuaggio indolore. L’omissione esponeva il bipede trasgressore (proprietario o detentore del cane) ad una sanzione amministrativa. Cosa è cambiato da allora?


Secondo l’ordinanza promulgata dal Ministero della salute e delle politiche sociali: “E’ obbligatorio provvedere all’identificazione e alla registrazione dei cani”; ciò significa che, a dispetto di chi ignori la disposizione o pensi, erroneamente, trattarsi di una mera raccomandazione o suggerimento, tutti i proprietari di un cane (o anche solo semplici detentori) hanno l’obbligo d’identificare e registrare il proprio animale a pena d’incorrere in multe.


Qui interviene la vera grande differenza rispetto al passato: in sostituzione del tatuaggio, infatti, oggi l’unico sistema d’identificazione ufficialmente riconosciuto è rappresentato dal MICROCHIP il cui impianto è da effettuarsi a cura di veterinari pubblici competenti per territorio (presso le ASL) o di veterinari privati libero professionisti. All’applicazione, segue quindi la registrazione nell’anagrafe canina.


 Cosa è esattamente il microchip?


Iniziamo subito col precisare che NON costituisce un dispositivo di geolocalizzazione o di tipo satellitare, in altre parole, non è un GPS! Il microchip è un dispositivo dalle dimensioni ridotte (11mm. di lunghezza e 2 mm. di diametro) contenente un codice numerico che identifica inequivocabilmente il cane stesso e che viene impiantato sottocute. Non ha bisogno di carica e non emette onde perché si “attiva” solo grazie al campo elettrico del lettore in grado di rilevarlo e di cui sono equipaggiati i veterinari, pubblici e privati. I dati rilevati consentono di risalire al proprietario del cane e, sostanzialmente, alla sua CASA.


In che modo? Rilevato il codice, esso può essere inserito nell'apposita banca dati accessibile online:


[caption id="" align="aligncenter" width="584"]Banca dati, ricerca identificativo Ministero della salute. Portale per ricerca codice identificativo[/caption]

Il microchip, quindi, soddisfa diverse esigenze:


-          Favorisce il ritrovamento di cani smarriti: parla in loro vece, indicando le generalità del proprietario e la sua residenza;


-          Dissuade malintenzionati dal rapimento degli stessi: un cane identificato è un cane che appartiene univocamente a qualcuno;


-          Per lo stesso motivo, è un deterrente all’abbandono.


Si ricordi che, oltre ad essere un atto disumano, vergognoso ed ingiustificabile, abbandonare un animale domestico o che abbia acquisito abitudini della cattività è un REATO, punito dal nostro codice penale (art.727).


Questo articolo vuole essere solo una sintesi esemplificativa sull’argomento. Chi volesse maggiori informazioni può consultare l’apposita sezione sul sito ufficiale del Ministero della Salute (http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_5.jsp?lingua=italiano&area=cani&menu=anagrafe) nonché quella allestita per le domande&risposte più ricorrenti sul tema (http://www.salute.gov.it/portale/p5_1_1.jsp?lingua=italiano&id=114).


Per quanto riguarda l’aspetto medico, invece, di seguito sono riportate le domande più frequenti cui i veterinari di “Vetclick”, con grande disponibilità, hanno dato risposta:


D: Il microchip è perfettamente biocompatibile? Può provocare reazioni allergiche, di rigetto o patologie di qualche genere?


R: Il microchip si integra perfettamente con i tessuti dei nostri animali grazie al suo rivestimento in vetro biocompatibile, reazioni di rigetto o effetto "corpo estraneo" sono molto rare, spesso dovute alla non perfetta condizione del rivestimento del microchip.


D: L’impianto richiede anestesia, anche solo locale?


R: L'applicazione del microchip non richiede ne anestesia generale ne locale.

D: In quale parte del corpo viene applicato?


R: Viene applicato sul lato sinistro nel collo, nel sottocute. D: C’è il rischio che, una volta impiantato, possa spostarsi nel corpo?

R: Venendo applicato nel sottocute può migrare all'interno di esso spostandosi di qualche centimetro, non può in nessun modo spostarsi all'interno di organi o altri tessuti.


D: Deve essere sostituito dopo un certo periodo tempo?

R: Il microchip dura tranquillamente per tutta la vita dell'animale e non deve essere sostituito.


D: Può essere applicato anche nel gatto?


R: Si, negli ultimi anni l'anagrafe felina si sta sviluppando di pari passo a quella canina.


Fonti Ministeriali

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Autore: Vetclick (6) Categoria: Legislazione Animale: Cane

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