Ebola: conosciamo meglio questa zoonosi

Da circa un mese, il ceppo di Ebola Zaire, uno dei più virulenti, originario della Repubblica democratica del Congo, è responsabile di una serie di episodi a esito letale registrati in Africa. L'epidemia sarebbe iniziata in Guinea e si sarebbe diffusa non solo nelle zone rurali ma anche nelle città più popolate, fino alla capitale Conakry. Il virus, attualmente, minaccia anche la Sierra Leone, la Liberia e ha colpito il Mali.  Le misure precauzionali stanno aumentando in maniera direttamente proporzionale al numero dei contagiati e non si limitano più al solo continente africano ma dilagano anche in Europa, in particolare negli areoporti di Parigi, Bruxelles, Madrid, Francoforte e Lisbona nei quali sono state attivate le procedure di allarme pur tentando di evitare il dilagare del panico. Dalla Guinea, tuttavia, arriva un appello alla calma in quanto, pur mantenendo elevata l'attenzione nelle zone colpite, la possibilità di un' epidemia su ampia scala è veramente remota.


L'ebola è un virus appartenente alla famiglia Filoviridae, genere Filovirus con sottotipi: Zaire, Sudan, Ivory Coast e Reston. E' una zoonosi caratterizzata da febbre emorragica e da un tasso di mortalità che va dal 50 all' 80% dei contagiati, e anche se non si sono identificate, all'oggi, tutte le specie animali alla base del contagio per l'uomo, si ritiene che venga trasmessa soprattutto dai primati (per i quali è letale) e che, probabilmente, sia mantenuta attiva dai pipistrelli, portatori sani.


Una volta adattatosi all'uomo il virus può passare da malato a sano attraverso il sangue e altri fluidi biologici di soggetti vivi o deceduti o mediante contatto con oggetti contaminati. I sintomi iniziali sono febbre, vomito ed eruzioni cutanee. In seguito si riscontrano perdite emorragiche interne ed esterne accompagnate da disgregazione dei tessuti. Al momento non esiste un vaccino e la cura è solo sintomatica. In generale, nonostante l'Ebola sia una patologia di gravità indiscussa, è necessario tener presente che il suo potenziale epidemiologico è nettamente inferiore a quello di numerose altre malattie presenti nel continente africano.


Massimo Galli, professore ordinario di Malattie Infettive all’Università di Milano e segretario della Simit (Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali) sostiene, infatti, che:



fino ad ora le epidemie da Ebola non si sono mai estese oltre un raggio di poche decine di chilometri dal punto in cui si sono generate (escludendo ovviamente i pochi casi in persone che sono riuscite a farsi curare lontano dal luogo del contagio). La catena del contagio tende ad arrestarsi rapidamente, al primo o al secondo contatto



Il fatto che il virus Ebola non possa facilmente arrivare fino a noi, tuttavia, non dovrebbe spingerci a dimenticare tutte quelle persone, già in estrema difficoltà, esposte a malattie di questo tipo. Purtroppo i laboratori autorizzati a lavorare su questo tipo di virus sono pochissimi al mondo, possiamo solo sperare che il loro lavoro dia presto i risultati sperati.


Via | www.ilsecoloxix.it

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