Carne sintetica: a Londra arriva l'hamburger in provetta

Lo scorso 5 agosto,  il primo hamburger realizzato in laboratorio è stato cucinato dallo chef  Richard MCGeown e servito in un ristorante a Londra provocando le reazioni, piuttosto tiepide a dire il vero, degli avventori. Il motivo dello scarso entusiasmo sarebbe la mancanza di sapore dell'hamburger sintetico il quale, pur essendo sostanzialmente simile a quello originale, manca di grasso e di sangue, indispensabili fonti di sapidità. A ciò si è posto rimedio aggiungendo barbabietola rossa per incrementarne il colore e zafferano, uova in polvere, sale e pane grattuggiato per donare un gusto accettabile.


Il prodotto è stato realizzato, dopo più di 10 anni di esperimenti, da Mark Post, ricercatore dell'Università di Maastricht, il quale in 3 mesi ha sintetizzato, a partire da cellule staminali di vacca coltivate in vitro,  ben 20 mila fibre di muscolo di manzo  inizialmente sviluppate individualmente e successivamente riunite a formare l'hamburger.


Auspicata da Winston Churcill, sostenuta dagli ambientalisti e fortemente voluta dai vegetariani la carne sintetica è dunque una realtà, sebbene il suo prezzo (250 mila euro circa) non la renda di certo accessibile. In futuro, tuttavia, il suo consumo potrebbe diventare abituale ed a quel punto quali sarebbero gli effetti positivi auspicabili?


Un progressivo decremento dell'allevamento intensivo, del trasporto e della macellazione dei capi di bestiame dovuto ad una diminuzione del consumo di carne "naturale".


Una maggior tutela dell'ambiente per quanto riguarda lo sfruttamento di territori e risorse idriche e le  emissione di elementi nocivi come, per esempio, il metano. Per farci un'idea, basti pensare che per produrre 1000 kg di carne in vitro occorre il 45% in meno di energia rispetto a quella utilizzata per la produzione di un analogo quantitativo di carne ottenuta tradizionalmente.


Un' aumentata accessibilità delle risorse alimentari per tutta la popolazione mondiale in accordo con l'incremento della richiesta previsto per i prossimi 40 anni. Si stima, infatti, che entro il 2050 la domanda di carne aumenterà del 73%  ed il prodotto artificiale potrebbe rappresentare una valida ed economica risposta.


Tutto oro quel che luccica dunque? Sembrerebbe di no.


Per ammissione dello stesso Post, le multinazionali produttrici di carne sono, per ora, poco inclini ad associare la propria immagine al suo prodotto e questo atteggiamento è motivato dalla naturale diffidenza verso un alimento creato in vitro, diffidenza che potrebbe dilagare trasformando un'idea innovativa in un colossale flop.  Forti perplessità sono state espresse anche riguardano al valore nutrizionale dell'hamburger, che, per quanto magro, è privo di sali minerali e proteine che andrebbero aggiunti artificialmente. Lo sfruttamento degli animali, inoltre, sarebbe progressivamente limitato ma mai eliminato del tutto, in quanto da ogni animale è possibile prelevare solo un determinato numero di cellule staminali. Non mancano neanche problemi di natura etica, come quelli sollevati dalla Coldiretti.


Pareri molto discordanti, dunque, e notizie in continuo divenire.


In attesa di formarci un'opinione in merito non ci resta che seguire attentamente l'evoluzione di questa scoperta.

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Autore: Vetclick (6) Categoria: Nutrizione ed Alimentazione Animale: Altro

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